venerdì 28 aprile 2017

Omaggio dell’“Ellinogermaniki Agogi” a Mikis Theodorakis



L’istituto privato “Ellinogermaniki Agogi" (a Pallini, comune della Grecia nella periferia dell'Attica) presenta una nuova manifestazione, in cui personalità dal mondo della musica, della letteratura e del cinema raccontano storie finora mai narrate, piene di emozioni e humor, che hanno vissuto e condiviso con il grandissimo compositore Theodorakis. È stata, inoltre, inaugurata una mostra fotografica di documenti appartenenti e alla sfera privata e a quella lavorativa del Maestro Theodorakis.

Per la prima volta, importanti personalità, artisti popolari e intellettuali si incontrano per un'iniziativa che ha l’obiettivo di omaggiare Mikis Theodorakis con un nuovo libro. L'idea di questa iniziativa è quella di far scoprire attimi di vita finora mai svelati che hanno, tuttavia, segnato la vita di molte personalità che il più importante compositore greco ha affascinato e continua ad affascinare con il suo lavoro. Momenti che importanti personaggi della letteratura, della musica e del cinema hanno conservato per molto tempo nella loro memoria come un prezioso oggetto e che adesso, per la prima volta, vogliono svelare raccontandoli al giornalista Fotis Apergis. Hanno contribuito: Vassilis Vassilikos, Costas Gavras, Dimitra Galani, Manos Eleftheriou, Despina Zilfidou Kostas Thomaidis, Luca Karytinos Yannis Kotsiras, Fontas Ladis, Peter Markaris, Notis Mavroudis, Manolis Mitsias Thanos Mikroutsikos Nikos Moraitis, Giorgos Ntalaras, Peter Pandis, Miltos Pashalidis Yannis Smirne, Eleni Torosi, Makis Trikoukis, Dionysis Tsaknis, Maria Farantouri, Tilemachos Chytiris.  
E, inoltre, Febo Delivorias, Dionysis Karatzas e Dionysis Savvopoulos con testi che essi stessi hanno scritto.

Ripercorrendo i loro ricordi, raccolti nel volume  Αν θυμηθείς τ’ όνειρό μας, si potrà scoprire come il 19enne Dennis Savvopoulos ha ottenuto il suo primo lavoro come chitarrista in un bar di Mykonos grazie a Mikis Theodorakis; come un pacchetto di Masticha ha cambiato la vita dell’allora 21enne Maria Farantouri e di come il coro del famoso musical americano "Hair" sia stato trovato a cantare Κατάσταση Πολιορκίας (Stato d'assedio) in un teatro di Londra, mentre Theodorakis osservava il concerto da una radio, esiliato con la sua famiglia a Zatouna.

Come e perché un pomeriggio d'estate del 1971, a Roma, Theodorakis ha dimostrato che  fu presumibilmente lui a scrivere Ποτέ την Κυριακή ("Mai di Domenica") e come altrettanto presumibilmente sia di Manos Hadjidakis la melodia di "Zorba". Viene raccontato come il calcio abbia aiutato Mikis Theodorakis a insegnare a dei musicisti italiani il ritmo di Το Γελαστό Παιδί, dove fu firmato il più strambo contratto tra il compositore e Kostas Gavras sulle musiche del film "Z - L'orgia del potere". Quale storico concerto della giunta fu quasi annullato perché gli spettatori erano già arrivati ma la metà dell’orchestra era ancora per strada. E, ancora, quale inaspettato favore ha chiesto la Regina Sofia di Spagna a Theodorakis dopo un concerto a Bilbao.

Con la convinzione che l'istruzione e la cultura siano elementi fondamentali del moderno istituto di istruzione, l’Ελληνογερμανική Αγωγή presenterà il libro lunedì 8 Maggio (alle 07:00) nella sala delle mostre. L’evento  Αν θυμηθείς τ’ όνειρό μας si arricchisce di numerose fotografie d'archivio, molte delle quali sono pubblicate per la prima volta. La maggior parte sarà presentata alla mostra, che verrà inaugurata presso la sede della scuola e durerà fino al 14 maggio. L'evento culminerà con canzoni di Mikis Theodorakis interpretate dai ragazzi del Coro dell’Ellinogermaniki Agogi sotto la direzione di Chrysa Apostolatou.

Traduzione di un articolo di The TOC

venerdì 14 aprile 2017

Tradizioni di Pasqua in Grecia


In Grecia la Pasqua è la festa religiosa più importante e vissuta con più partecipazione dai fedeli. Accanto ai riti religiosi, però, si svolgono anche tradizioni “pagane” che si tramandano da secoli e coinvolgono un po’ tutta la popolazione, a partire dai bambini.
La data della Pasqua ortodossa non sempre combacia con quella della Pasqua cristiana – è infatti diverso il modo di calcolarla. Per la chiesa cristiana, che segue il calendario gregoriano, Pasqua viene fissata di anno in anno nella domenica successiva alla prima luna piena (il plenilunio) dopo all'equinozio di primavera (il 21 marzo). La chiesa ortodossa segue invece il calendario giuliano differisce di tredici giorni rispetto a quello gregoriano, ma succede che le due date coincidano (come accade con la Pasqua 2010).

Una tradizione prettamente greca della Pasqua è quella di colorare e decorare le uova di rosso. La scelta del colore si rifà ad un’antica leggenda secondo cui Maria Maddalena, dopo essere stata al Sepolcro di Gesù e avendolo trovato vuoto, si recò dove erano riuniti i discepoli e annunciò loro la straordinaria notizia. Pietro, però, incredule le disse: “Crederò a quello che dici solo se le uova che hai nel paniere diventeranno rosse”. E subito le uova si tinsero di un rosso intenso. Il rosso è inoltre il colore del sangue di Cristo, della festa e un modo per tenere lontano il male. 

Le uova rosse vengono poi decorate con cera sciolta: uccellini, fiori, forme astratte. Molto importane è il cosiddetto “uovo della Madonna” ovvero il primo uovo che viene colorata in una casa e che viene messo nell’iconostasi della casa (tutte le case in Grecia hanno un luogo con un’icona della Madonna e un altarino a scopo di preghiera). 
Le celebrazioni della Pasqua sono precedute da sei domeniche di Quaresima, in cui si recitano preghiere particolari, la liturgia ha una propria specificità e i fedeli osservano particolari privazioni soprattutto alimentari - possono essere mangiati soltanto alimenti naturali, niente carni, latticini, pesci, o pollame. 

La domenica che precede Pasqua, la domenica delle Palme, è dedicata a Lazzaro. Il venerdì i ragazzini si adoperano per decorare dei cestini con fiori e bacche selvatiche, il sabato precedente la festa, indossati gli abiti locali tipici, girano di casa in casa cantando le canzoni tradizioni “kalanda” (canti tipici delle feste greche che si cantano accompagnati da tamburelli flauti e fisarmoniche) per Lazzaro ricevendo in cambio piccole offerte in denaro, frutta o altre cose semplici. Le canzoni celebrano la Resurrezione di Lazzaro, come episodio preliminare per la Resurrezione del Cristo. 

La domenica delle Palme viene chiamata “giorno della vita e della morte” ed è il primo giorno della Settimana Santa i cui si cucinano solo piatti a base di pesce. Questo giorno viene detto Κυριακή των Βαΐων (ton Vaion) che deriva da palma (βάγια) e ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme tra le palme festanti dei fedeli. Si usa anche addobbare le chiese con palme, mentre dopo la liturgia il sacerdote benedice e dà ai fedeli croci di palme che collocheranno vicino alle figure sacre nelle proprie case per essere protetti tutto l'anno. In varie città della Grecia durante la Domenica delle Palme si svolgono processioni moltoparticolari, come quella di Corfù che porta in giro per la città, addobbata con panni rossi stesi alle finestre di tutte le case, le Venerabili Spoglie di Agios Spyridion. È una tradizione che risale al 1630 in ricordo della peste che colpì la città nel 1629. Durante i primi tre giorni della Settimana Santa (da lunedì a mercoledì) in molte parti della Grecia non si mangia nulla e solo la sere si beve dell’acqua. In altre città., invece, si smonta il telaio della tessitura, oppure non ci si lava con il sapone. Il mercoledì solitamente la casa viene pulita da cima a fondo, mentre nel pomeriggio ci si reca in Chiesa per la “Sacra Unzione” ("efcheleon").

Il Giovedì Santo iniziano le vere e proprie celebrazioni pasquali. È il giorno in cui si colorano le uva di rosso e si preparano i “Koulorakia”, dolci tipici della Pasqua greca che sono impastati con differenti essenze, decorati con frutta secca e con figure varie fatte con lo stesso impasto (campane, campanelle, canestri, cestini, archetti, ovetti e "Lazzari", cioè figure dove risaltano le mani, i piedi e la testa). In serata, dopo la liturgia dei Dodici Vangeli, in cui il momento culminante è il “Niptiras” (Lavabo), le ragazze adornano l’Epitaffio, la bara che ospiterà il corpo di Cristo per la Deposizione, con ghirlande di fiori bianchi. Le tradizioni variano poi da città a città. Ad esempio a Kalymnos nel primo pomeriggio gli isolani si riuniscono per preparare con stracci e paglia il fantoccio del Giuda, che verrà appeso all’esterno della chiesa e resterà cosi fino a mezzogiorno del Sabato Santo, quando sarà bruciato tra urla e insulti sino al momento del suono delle campane per la Prima Resurrezione.


Il Venerdì Santo è il giorno del riposo e del digiuno, nonché il giorno del lutto. In Chiesa, la sera, si celebra il Vespro (”εσπερινός”) e dopo la funzione inizia la processione funebre dell’Epitaffio, la bara con il simulacro di Cristo, ricoperta di fiori, che viene portata in processione per le vie della città. Degli stendardi e una Croce precedono la bara, seguita dalla
banda che suona la marcia funebre, i sacerdoti cantori, il clero, le portatrici di profumi (“Μυροφόρες”), bambini che portano le immagini dei cherubini (“εξαπτέρυγα”) e i fedeli. Lungo tutto il percorso, i fedeli gettano fiori ed aromi profumati e tengono in mano una candela accesa. Anche per il Venerdì le celebrazioni si arricchiscono di tradizioni locali che variano di città in città. Ad Atene, ad esempio, un fantoccio del Giuda, che era stato precedentemente appeso su una barca al porto, fatto bruciare dopo la processione. In pochi minuti la sagoma brucia e cade interamente a mare: è il momento degli auguri dei fedeli.


Il Sabato è il giorno di preparazione per la grande festa che inizia a mezzanotte con la celebrazione della messa e l’annunciazione festosa della Resurrezione di Cristo. Durante la funzione ogni fedele ha acceso una candela di buon auspicio che deve portare a casa ancora accesa. Prima di entrare a casa i fedeli fanno una croce con il fumo della candela sull’infisso superiore della porta d’ingresso, accendono il lumicino che hanno innanzi alle immagini sacre o dei cari, mantenendolo acceso tutto l’anno sino alla prossima Resurrezione. Fatto questo si può consumare la tradizionale cena a base di uova rosse, zuppa Μαγειρίτσα  (in foto: maghiritsa, interiora di agnello tagliate piccolissime e bollite con cipolla, aneto e riso e condite con una salsa di uovo e limone: avgolemono), “koulourakia” e “tsourekia”. 


La Domenica di Pasqua si mangia l’agnello allo spiedo (“οβελίας”), la cui cottura assume le sembianze di un vero rito. È un’usanza antichissima che risale all’epoca in cui un incendio casualmente bruciò molti animali, così come raccontato da Omero nelle sue opere in cui si descrivono anche i lauti banchetti a base di carne arrosto che si facevano dopo il sacrificio agli dei.  Il giorno di Pasqua in tutta la Grecia, i cortili, i campi ed ogni spazio all’aperto vengono occupati dallo spiedo e dai “partecipanti al banchetto”. Le interiora dell’agnello sono già state usate per la zuppa del giorno precedente, la tradizionale Μαγειρίτσα (maghiritsa), oppure vengono fatte sempre allo spiedo per il Κοκορέτσι (kokoretsi). Gli uomini, seduti davanti agli spiedi disposti in fila l’uno dietro l’altro, si alternano nella lunga fase della cottura sin dalle prime ore del mattino, tra canti e balli della tradizione. È usanza ancora oggi indossare i costumi tradizionali locali. Il lunedì e il martedì che seguono la Pasqua sono ancora giorni di festa, che solitamente si festeggiano con gite fuori porta, scampagnate e manifestazioni locali.


Testo da GuidaGrecia